mercoledì 18 febbraio 2009

Demenza


Sentenza del processo Mills: l'avvocato inglese viene condannato a 4 anni e mezzo per essere stato corrotto da uno che non si può toccare, in attesa che si decida sulla cotituzionalità di una legge porcheria; nel frattempo Mills dovrà risarcire 250'000 € alla presidenza del consiglio, costituitasi parte civile.

Benigni, ospite a Sanremo, fa una battuta su Silvio berlusconi (è ovvio che un comico del genere certi argomenti non se li lascia scappare) "Silvio, diventa un mito e fa' come Mina: sparisci". Puntualmente Maurizio Gasparri salta davanti a tutti e promette di avviare azioni legali nei confronti del comico toscano. Il pretesto è il contratto di Benigni, che baratta la propria presenza a Sanremo con diritti su 750 minuti dei propri video negli archivi Rai. Se è vero che, come dice l'italico Maurizio, è un danno per l'azienda, perchè dilapidare soldi pubblici per pagare Bonolis, designato a condurre un carrozzone di festival di cui ormai dobbiamo solo vergognarci?

Tempi duri: crisi, recessione, congiuntura astrale bruttina... c'è chi affonda nei debiti, le imprese chiudono, il lavoro sparisce. Serve un'azione forte, incisiva, immediata che permetta di far leva sulle qualità dei prodotti italiani, riportandoli al centro del contesto internazionale. Per fortuna la Lega, da sempre famosa per la lungimiranza strategica e politica che la contraddistingue, è riuscita a scacciare in due settimane il forestier nemico dal cuore delle istituzioni: mai più burro francese alla buvette del Parlamento!

Sempre parlando di crisi, c'è un'interessante proposta di Emma Marcegaglia: trattenere i TFR in azienda pe almeno un anno, adoperando i soldi come fondo di garanzia per le imprese. Come dire: vi siete indebitati, ci trattate da cretini, non sapete come venirne fuori perchè siete una classe dirigente mediocre e nulla più e ora... vi volete prendere i miei soldi per garantire le vostre pastette? se i risultati sono quelli degli ultimi dieci anni, quelli che ci hanno portato dove siamo ora...

per tutte queste nefandezze e molto altro che tralascio per senso del pudore...

VOGLIO DELLE SPIEGAZIONI!!!

perchè le persone normali certe cose si vergognano anche a pensarle.

venerdì 13 febbraio 2009

Shoppero!



Oggi la CGIL ha indetto uno sciopero, con tanto di manifestazione a Roma. Per la difesa dei salari, dell'occupazione e, addirittura, della democrazia, non nascondendo tra l'altro perplessità sull'incentivazione alla contrattazione di secondo livello di cui tanto gli industriali vanno riempiendosi la bocca.

Da qualche anno c'è chi sostiene che il sindacato si sia indebolito; che certe forme di protesta o lotta (che fa tanto brigatista dai sani principi) vadano riconsiderate, riconvertite, adattate a un mondo del lavoro che sta cambiando e che non vede le confederazioni al passo con i tempi e le reali esgenze dei loro tesserati.

Qualcuno non capisce; qualcuno fa finta di nulla; qualcun'altro cerca di adattarsi seguendo le onde emotive suggeriteci dai telegiornali; qualcun'altro si imbestialisce, inveisce e non fa nulla.

Sciopero generale o generico? C'è chi critica i sindacati di agire cercando il grande numero, proponendo scioperi dai risultati opinabili, da cui molti lavoratori ormai si guardano bene, anche perchè lo sciopero non è più una forma di protesta al passo con i tempi: poteva andar bene negli anni '70 ma oggi è cambiato tutto.

Io penso che,  in realtà, di motivi per scioperare ce ne siano eccome! Penso anche che se lo sciopero non è più una forma di protesta adatta, è solamente perchè nessuno più ha il coraggio di aderirvi! C'è poca unità d'intenti nei lavoratori e nei sindacati a cui questi fanno capo: i litigi, le invidie e le pochezze che ne scaturiscono rendono tutti più deboli quando è il momento del confronto con le controparti. Complice una crisi che fa tremare le vene ai polsi, si è instaurato negli ultimi anni uno strano senso di rassegnazione. Ci sono categorie, quali i metalmeccanici -i quali, checché se ne dica, sono ancor uno dei pilastri dell'economia vera in Italia- che hanno visto diminuire vertiginosamente il potere d'acquisto dei propri stipendi, in attesa di un miglioramento futuro -c'è sempre un accordo futuro in vista- delle norme contrattuali. Nel frattempo? si vive di speranze. perchè? perchè non è stato ottenuto un bel niente, ma  piuttosto di perdere il lavoro, meglio così; perchè alla fine di più non si poteva fare; perchè nelle prossime assemblee comunque discuteremo di un accordo interno con l'azienda... già, l'azienda! L'ormai famigerata contrattazione di secondo livello: tutti quegli accordi contrattuali diretti tra datore di lavoro e dipendenti, che permettono di estendere qualche diritto alle esigenze delle parti o di arrotondare qualche stipendo -si spera- per eccesso.

Si è creato un brutto giochino: rinnovo il contratto e non ci guadagno granchè -comunque nulla che non venga fagocitato nel giro di pochi mesi dall'inflazione- fiducioso comunque, in quanto ci sono per me rosee aspettative. Non è molto, ma qualche accordo con l'azienda si può trovare. Poi spunta la crisi! non ci sono soldi, l'azienda soffre, per il momento non ti posiamo dare nulla: continua a mandare avanti la famiglia con i tuoi mille euro e spicci, lavorando di notte (sempre che non ti mandino in cassa integrazione o -se sei interinale- ti licenzino).

Il mondo delle attività produttive è molto diversificato: non c'è dubbio che un unico contratto nazionale non possa rispondere in toto alle esigenze di ogni lavoratore: ecco perchè diventa sacrosanta la contrattazione di secondo livello. Quello che però non riesco a sopportare è che, quando arriva il momento di questo tavolo di confronto, i lavoratori si ritrovino la porta sbattuta in faccia, in nome di una crisi che funge da salvacondotto per i furbacchioni che vogliono nascondersi di fronte ad oneri moralmente ineluttabili, all'insegna del si salvi chi può.

Questa -e non è l'unica- è ragione sufficiente per indire uno sciopero! C'è però chi, partecipando, sarà mal visto dal capo; chi coi tempi che corrono non butta via una giornata di lavoro (a proposito, a ciggièlle: perchè organizzare uno sciopero generale, contestualmente importante, nel mese più corto dell'anno?); chi non parteciperà perchè non serve a niente; chi non parteciperà perchè non è una cosa organizzata suo sindacato/partito.C'è di peggio però, c'è di peggio.

Qualcuno parteciperà, perchè così potrà fare il weekend lungo, chi per sbrigare quelle due o tre faccende in sospeso a casa; c'è chi aderirà e, magari, andrà al centro commerciale con la famigliola a comperare il telefonino in offerta; c'è chi aderirà e non andrà a manifestare perchè lunedì è di primo turno e ne approfitta per riposarsi; c'è chi aderirà, andrà alla manifestazione di Roma perchè ha il viaggio pagato (sennò col piffero!); c'è chi aderirà, andrà a Roma perchè ha il viaggio pagato, così ne approfitta per farsi un giretto in centro e portare i figli al colosseo...

Faziosi, incoscienti, deboli, insulsi, divisi, noncuranti, rassegnati...non va bene. 

Neanche un po'... ve lo dice uno iscritto alla CISL.

giovedì 12 febbraio 2009

Tanto per dire...


La provocazione, forse, non è nuova.

Arriva da una mia vecchia amica, reincontrata su facebook poche settimane fa e si basa su un concetto molto semplice: se il costo dei crocifissi negli edifici pubblici italiani fosse investito in maniera diversa, si ptrebbe fare qualcosa di interessante, come arginare -seppur di poco- la fuga di cervelli.

A titolo di esempio: se valutiamo (e si arrotonda per difetto) il costo di un crocifisso in circa 2€, moltiplicando tale valore per il numero di classi in Italia (dato appreso dal sito www.istruzione.it) si ottengono 695842 € che potrebbero essere stati staccati dal muro e investiti in maniera più proficua. Da questo blando conteggio sono state escluse le aule professori, le presidenze e le bidellerie, ospedali, tribunali e uffici pubblici. Si parla di qualche milioncino. Per carità, non è chissà che cifra, rapportandola ad altri sprechi, ma scuote volutamente le coscienze su un argomento interessante: la presenza di simboli religiosi (e dei valori che rappresentano) all'interno degli edifici pubblici e dei costi di questa presenza. Il discorso si potrebbe agevolmente allargare fino all'ingerenza del potere Vaticano all'interno del nostro Stato ma sarebbe lunga storia da spiegare in un piccolo post da weblog.

Tanto per lanciare il primo sasso, sempre prendendo spunto dai commenti presenti nella bacheca del gruppo Facebook in questione, cito la Costituzione italiana:

Art. 7
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.

Art.8
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.

Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.


Penso sia sufficiente come spunto - la parola ai commenti e al link:

http://www.facebook.com/group.php?gid=74659832424

Sigla!

Buongiorno e buonasera a tutti.

Ecco l'ennesimo blog. Che dire? non ne potete più, lo so.

Parte la mia piccola avventura su blogspot: ovviamnete non posso prevedere dove mi porterà, in che modo e perchè. Spero qualcuno abbia il coraggio di seguire questo diarietto web.

Credo lascerò libero pazio ai temi più vari: non voglio concentrarmi esclusivamente su politica, informatica, ambiente, religione. Odio le cose monotematiche.

Quello che mi piacerebbe creare è un luogo dove riflettere sulle cose, le persone e gli avvenimenti che ci circondano (la vita cioè, dagli aspetti più frivoli alle questioni quasi complicate) con occhio possibilmente attento e diverso da quello dei comuni mezzi d'informazione: i weblog servono anche a questo, no?

Ho deciso di chiamare questo spazio boccafiappa e i più arguti avranno già capito da dove provengo: dalle mie parti significa letteralmente "bocca moscia" e sta a indicare una persona fastidiosa, che si lamenta in continuazione, a cui nulla va mai bene e che non propone alternative serie ai mali dei quali si lamenta. E' il classico rompicoglioni, il cretino della porta accanto (sottotitolo del blog). Chi -come diceva De Gregori "non sa dove andare, comunque ci va".

Uno come tanti, l'ennesimo a cimentarsi in posting da strapazzo: con la speranza però di dire talvolta qualcosa di interessante, intelligente o, perlomeno, in grado di sucitare qualche emozione: odio o amore che sia. Di modo che mi seguano tutte e due le parti.

Enjoy people, enjoy!